di Antonino Siniscalchi
Nella parrocchia sorrentina di Santa Lucia, oggi, vigilia della festa con fiaccolata in onore dell’omonima protettrice del borgo, corteo dalla chiesa lungo le principali strade del quartiere. Al termine, un gruppo di bambini ha acceso il tradizionale «ceppone», allestito nella piazzetta del borgo. Domani, giorno della festa, il programma si infittisce di appuntamenti religiosi: in chiesa, dalle 5 del mattino fino al canto del vespro della sera, si susseguiranno le celebrazioni eucaristiche.
Il «ceppone», simbolo della festa religiosa e popolare, è un cumulo di legna che brucia per due giorni. Nel solco di una secolare tradizione, tra oggi pomeriggio e domani sera, i sorrentini si muoveranno in simbolico pellegrinaggio da tutti i quartieri della città fino a raccogliersi attorno al fuoco ardente nella piazzetta di Santa Lucia. Per scaldare il corpo e per scaldare il cuore, nei giorni in cui si va verso il Natale caratterizzati dalle temperature fredde dell’inverno. Ad un gruppo di giovani della parrocchia di Santa Lucia, i cosiddetti «cepponari», tocca il compito della veglia notturna per alimentare il fuoco e fare in modo che non si spenga per l’intera durata della festa. Così vuole la tradizione perché il «ceppone» ardente, nell’antica credenza popolare, rappresentava per i sorrentini l’invito ad uscire dalle case sfidando il freddo per vivere l’atmosfera natalizia nelle strade della città. Dal fuoco del «ceppone» viene raccolta la brace per la sagra della salsiccia e della porchetta che, insieme a un po’ di canti e un po’ di musica, rallegra la festa, coordinata dal parroco, don Franco Maresca.[a.s.]
