SORRENTO – La Chiesa Cattolica sta attraversando un periodo di profonda trasformazione durante il quale sta cercando, mano a mano, di dare sempre più spazio al mondo laico al fine di riacquistare quella forza aggregante che nel tempo è venuta meno a causa delle trasformazioni sociali.
Uno dei fattori più “preoccupanti” con i quali la Chiesa deve fare i conti è senz’altro il calo delle vocazioni. “La messe è molta, ma gli operai sono pochi” (Lc 10,1) e la necessità di tenere in vita le strutture della Chiesa Cattolica è di vitale importanza non solo e non tanto per la Chiesa stessa, ma per la Società in senso generale. Già, perché volenti o nolenti, è grazie alla Chiesa Cattolica che vengono colmate molte insufficienze dello Stato.
Basti pensare alla Caritas, alla Migrantes, all’Azione Cattolica che attraverso i propri organi offrono un sostegno morale e materiale a chi possiede poco o niente per poter vivere, servizi di mediazione culturale per favorire l’integrazione, organizzazione di attività ludiche e di crescita spirituale per i ragazzi ed i giovani ed il tutto viene erogato prevalentemente a titolo gratuito.
Per quanto si possa essere anticlericale, per quanto si voglia cavalcare la facile onda dei movimenti denigratori, non si può essere miopi dinanzi al valore aggiunto che la Chiesa Cattolica apporta alla Società.
Come dicevamo sopra, però, i tempi cambiano, il “lavoro” aumenta e “gli operai sono pochi“. Sempre di meno. Fino a qualche anno fa bastava allestire un oratorio, attrezzare un appezzamento di terreno con delle porte di calcio e l’aggregazione era garantita. Oggigiorno alle nuove generazioni non manca alcunché in termini di divertimento e questo a molti potrebbe sembrare un fattore negativo nei confronti dell’aggregazione, ma, in realtà, nasconde una grossa opportunità: quella di mettere al centro il “Messaggio di Gesù” e non le attività ludiche.
Confrontandoci con il “mondo esterno” alla cerchia degli operatori pastorali (catechisti, animatori, educatori, coro, ministranti, ecc…) si denota un distacco dalla Chiesa perché ci portiamo dietro un retaggio di “superstizione” più che di Fede.
Negli anni abbiamo cercato la via più semplice per avvicinare le persone alla Chiesa: la paura. “Vieni in chiesa altrimenti vai all’inferno!“. Quest’atteggiamento da una parte ha messo in atto un proselitismo vuoto di contenuti, che come metro di successo ha tenuto conto esclusivamente del numero di adepti, e dall’altra ha tolto qualunque importanza all’evangelizzazione, alla diffusione del Messaggio di Gesù Cristo.
Papa Francesco, con parole molto semplici, ha individuato il primo passo da compiere ed è un passo che ogni Cristiano, individualmente, compie da sé:
Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. (Evangelii Gaudium I,3)
Non abbiamo scusanti, possiamo anche essere contro il “sistema ecclesiastico“. La Fede è un “incontro personale con Gesù Cristo“.
Bisogna ripartire dalle Scrittura; dobbiamo iniziare a nutrirci della Parola. Non perdiamo l’importante occasione che ci offre il periodo di Quaresima.