La Commissione comunale per il paesaggio aveva accolto favorevole la richiesta di un cittadino di realizzare una piccola vasca artificiale per la raccolta dell’acqua pluviale, per poi riutilizzare successivamente per l’irrigazione del terreno intorno a una villa. Agli occhi della commissione la proposta era parsa decisamente ecocompatibile e utile per il risparmio.
La richiesta, una volta giunta in Soprintendenza, conteneva invece la realizzazione di una vasca della superficie di 58 metri quadrati, con zampillo centrale e da realizzare sulla copertura di un fabbricato. Praticamente una vera e propria piscina: un’opera” del tutto avulsa al contesto paesaggistico”, secono le parole dell’architetto Nicolina Ricciardelli, responsabile del procedimento. La pratica ovviamente è stata rigettata in quanto non corrispondente a quanto inizialmente proposto. Inoltre la piscina, è risultata in contrasto con il Put, che per gli edifici realizzati prima del 1955, che prevede solo interventi di restauro conservativo e consolidamento statico.
(foto di copertina di repertorio)