“Il diario” di Anna Frank, a 70 anni dalla sua morte atroce: per non dimenticare

In occasione della giornata del ricordo della Shoa e di tutti i crimini di guerra (che ricorre ogni anno il 27 gennaio) e in occasione dei 70 anni dalla morte di Anna Frank, oggi cari lettori, vorrei riscoprire con voi il suo famoso diario.

La piccola Anna comincia a scrivere il diario nel 1942, quando in occasione del suo tredicesimo compleanno riceve in dono un piccolo quaderno al quale affiderà tutti i suoi pensieri, desideri, speranze paure… indirizzando tutte le pagine all’amica immaginaria Kitty.

Devo dire che due aspetti in particolare mi hanno sempre colpito di questo testo, una è la scrittura e il linguaggio utilizzati da una ragazzina che aveva solo tredici anni! Probabilmente se fosse vissuta sarebbe diventata una scrittrice!

E l’altro riguarda il contenuto. Nonostante la drammaticità del documento infatti colpisce da una parte quell’apparente normale quotidianità che caratterizza la prima parte del testo, quel racconto giornaliero di una ragazzina che vive problemi tipici di quell’età e dall’altra la forza con la quale riesce ad affrontare la convivenza forzata con altre persone in un posto segreto con la paura di essere scoperti (e di morire) da un giorno all’altro speranze.

Chiaramente il tono del racconto man mano cambia, i cenni alla persecuzione antisemita sono sempre più frequenti fino ad arrivare al tragico epilogo, l’ultima pagina è datata 1 agosto 1944 dove Anna parla di se stessa analizzando di quel fastello di contraddizioni(testuali parole) il modo in cui lei definisce la sua inquietudine e la sua confusione interiore. La giovane adolescente poi morirà nel marzo del 1945 in un campo di sterminio.

Voglio precisare che questa non vuole essere una recensione come tante, in quanto credo che certi testi vadano letti “per non dimenticare” per conoscere e non per esprimere un giudizio, seppur legittimo. Tutti i documenti, i romanzi e le testimonianze di coloro che hanno vissuto una simile tragedia sono tristi, sconvolgenti, dolorosi ma che io definirei prima di tutto importanti perché come disse il grande Primo Levi “ SE COMPRENDERE è IMPOSSIBILE CONOSCERE è NECESSARIO” lui.. altra vittima dell’Olocausto sopravvissuto al campo di sterminio e autore tra gli altri del famosissimo libro “se questo è un uomo”

About Marialuigia Foggiano

Classe '83, di Sorrento. Professione insegnante privata. Su Sorrento Post mi occupo di recensioni di libri con qualche articolo di cultura generale. Mi piace leggere quasi tutti i generi di libri, ma con una preferenza per la narrativa contemporanea. Adoro i viaggi e la storia dell’arte.

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