Trentasette disabili segregati, persone semi-nude che dormivano in stato di promiscuità, una donna rinchiusa in una toilette, tra gli escrementi mai rimossi.
Succedeva in una residenza socio-sanitaria a Meta, piccolo centro alle porte della costiera sorrentina. Terra delle sirene e dei paradossi: da una parte, l’opulenza del “turismo”, del benessere ostentato, del perbenismo finto come le “claque” alla tv. Dall’altro, il degrado di strutture concepite, almeno originariamente, per rendere più agevole l’esistenza a chi la vita ha già voltato la faccia. Proprio in una di queste strutture, i carabinieri del Nas di Napoli hanno trovato 37 disabili seminudi, segregati, abbandonati a loro stessi.
Una donna è stata “liberata” dalla sua prigionia: un bagno, buio, con escrementi mai rimossi. In manette un operatore in servizio notturno: contestati i reati di sequestro di persona, maltrattamenti e abbandono di persona incapace. L’intero complesso di Meta è stato sottoposto a sequestro per gravi carenze igienico-sanitarie. Rinvenuti anche farmaci scaduti. Denunciati, il legale rappresentante, un 60enne di Cava dei Tirreni, e il direttore sanitario della residenza sanitaria per concorso nei reati di maltrattamento e abbandono di incapace.