1943 – 1945: Benedetto Croce a Sorrento

Il legame tra Sorrento e il turismo ha radici molto lontane. Come abbiamo già ampiamente illustrato nei mesi scorsi, la cittadina fu una delle mete del “Grand Tour”, cioè il viaggio che tra il Settecento e l’Ottocento veniva compiuto in vari paesi europei dai giovani aristocratici, al fine di completare la loro formazione culturale.

Personaggi illustri che visitarono ed apprezzarono le meraviglie di questo territorio furono tanti. Molti i letterati e romanzieri, come il drammaturgo norvegese Ibsen, che nel 1867 scrisse tra Ischia e Sorrento “Peer Gynt” e “Spettri”; Harriet Beecher Stowe, che trovò nella penisola un luogo di ispirazione per un suo romanzo “Agnese di Sorrento”, scritto intorno al 1881.

Celebre fu l’incontro/scontro a Villa Rubinacci tra Wagner e Nietzsche, che determinò la definitiva rottura del loro rapporto e della loro amicizia.  Anche Charles Dickens fu colpito da Sorrento “dove -secondo il noto romanziere inglese- Tasso trasse ispirazione dalla bellezza che lo circondava” e il celebre critico francese Sainte-Beuve che affermò: “Sorrento mi ha reso il mio dolce sogno infinito”.

Poco si racconta invece che Sorrento ospitò anche un grande filosofo liberale italiano del novecento, Benedetto Croce. Infatti tra il settembre del 1943 e i primi mesi del 1945, Croce dimorò nella Penisola Sorrentina e più precisamente alloggiò a Villa Tritone.

Erano i giorni convulsi e tragici della seconda guerra mondiale e della guerra civile. L’Italia era divisa in due e gli eserciti alleati combattevano per le strade e i paesi del sud Italia per completare la liberazione della nazione dal giogo nazifascista. Anche la Penisola Sorrentina subì l’occupazione nazista prima e quella americana dopo, la fame e gli stenti.

Dopo la caduta del regime fascista Croce rientrò in politica, accettando la nomina di presidente del Partito Liberale Italiano e durante la Resistenza fu, nel 1944, Ministro senza portafoglio nel secondo governo Badoglio.

Quegli anni di permanenza a Sorrento furono ricordati nel suo diario “Quando l’Italia era tagliata in due”, in cui il grande filosofo descrive quei tragici giorni di guerra e la bellissima Villa Tritone che, secondo il mito, ebbe visitatori illustri come Ovidio e fu il luogo dei pellegrinaggi di Torquato Tasso.

Questo immobile è uno dei più prestigiosi di Sorrento. Un villone di grande fascino che sormonta la Marina Grande e che sembra dominare dall’alto il Golfo di Napoli. Due piani seminterrati e due piani verso l’alto con terrazzo, un villino dependance, un giardino con vasche ornamentali, due discese private a mare, diverse grotte nelle rocce di tufo. Il tutto sparpagliato in 12.000 metri quadrati di proprietà, con annessi resti di una villa romana e una collezione di materiali archeologici con 145 reperti dichiarati dal Ministero per i beni e le attività culturali di “eccezionale interesse storico e archeologico”.

Villa Tritone - foto di Eduardo Fiorentino
Villa Tritone – foto di Eduardo Fiorentino

About Salvatore Esposito

Classe ’83, diplomato all’Istituto Nautico di Piano di Sorrento e studi in legge all’Università Federico II di Napoli. Amo la storia locale ed universale, la politica in tutte le sue mille sfaccettature e vagabondare per il mondo non come turista, ma con l’animo e la curiosità del viaggiatore. Per Sorrento Post mi occupo di Politica, Cultura e Curiosità della Penisola Sorrentina e in particolare del mio paese, Meta.

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